Il Catasto Carafa
Nel 1777 papa Pio VI, nel contesto della generale opera riformatrice dell'amministrazione dello Stato Pontificio, con editto del 15 dicembre, ordinava la compilazione di un catasto generale di tutto lo Stato. Dall'operazione furono in origine escluse le Legazioni di Ferrara e Bologna e l'Agro romano, in relazione alla condizione paludosa dei loro territori.
Due anni dopo, nel 1779, il cardinale Francesco Carafa, Legato di Ferrara, ordinava l'estimazione di tutti i terreni sottoposti alla Congregazione dei Lavorieri, istituzione creata dal Cardinale Legato Giovan Battista Barni nel 1752 allo scopo di affidare ai proprietari diretti interessati la gestione idraulica e il controllo dei territori del Polesine di Ferrara1, del Polesine di San Giorgio2 e della Transpadana veneta3.
L'opera di accatastamento prevedeva la distinzione del terreno agrario in cinque classi: abbragliato (seminativo alberato-vitato, comprendente anche il casamentivo e l'ortivo), campagnuolo (seminativo nudo), prativo, pascolivo, sabbionivo. Non furono accatastati i terreni vallivi salsi e i terreni fiscalmente previlegiati in quanto esenti dal pagamento del contributo di bonifica pagato in base alle dimensioni del possesso fondiario e alla qualità del terreno, indipendentemente dalla coltivazione effettuata.
La rilevazione dei terreni fu affidata a periti agrimensori pubblici che, villa per villa, procedettero in breve tempo sia alla rappresentazione geometrico-particellare sia alla descrizione qualitativa dei terreni. L'operazione di accatastamento portò alla compilazione delle Mappe, dei Compendi e dei Campioni del Catasto Carafa, registri in cui furono descritti e accorpati, per tutte le ville sottoposte alla Congregazione dei Lavorieri, ripartite secondo la consolidata suddivisione in guardie idrauliche4 dei Polesini di Ferrara5 e di Polesine di San Giorgio6e della Transpadana veneta7, tutti i dati raccolti nel corso dei rilevamenti.
Le Mappe del Catasto Carafa sono registri costituiti da un quadro d'unione, detto topografia o corografia, e dai fogli di mappa. La rappresentazione cartografica, geometrico-particellare, è sulla facciata destra del registro; ogni particella è contrassegnata da un numero che rinvia al possessore descritto sulla facciata sinistra. Ciascuna particella è descritta secondo la qualità. Per ogni villa è indicato, foglio per foglio, la quantità per qualità di terreno. L'unità di superficie è espressa in stare ferraresi, in cui ogni stara è equivalente a ha. 0,108. Nei fogli di mappa oltre alle particelle sono sempre rappresentati canali, ponti e vie pubbliche e nella maggior parte dei casi sono anche indicate le loro denominazioni. I centri demici sono rappresentati nelle loro caratteristiche principali: individuazione della chiesa e degli edifici più significativi.
I Campioni sono registri in cui sono descritti, villa per villa, i proprietari, gli "usurai" ed i livellari dei terreni soggetti alla tassa del lavoriere, con indicata la quantità, la qualità dei terreni e la quota annuale di tassazione. Nel Campione sono anche registrate tutte le"mutazioni", ossia i passaggi di proprietà e tutto ciò che poteva influire sulla quota da esigere annualmente.
I Compendi sono i registri in cui erano segnati anno per anno il dare e l'avere per la tassa del lavoriere, in rapporto alla quantità e qualità dei terreni.
La documentazione attinente il Catasto Carafa, in origine prodotta e conservata dalla Congregazione dei Lavorieri, con la nascita di circondari idraulici autonomi per il Polesine di Ferrara e di San Giorgio e a causa delle vicende istituzionali e amministrative conseguenti la bonifica meccanica degli anni 70 dell'Ottocento, è stata smembrata, presumibilmente in ragione di competenza territoriale. Attualmente la documentazione del Catasto Carafa relativa al Polesine di Ferrara è conservata dal Consorzio di Bonifica Primo Circondario Polesine di Ferrara, mentre la documentazione relativa al Polesine di San Giorgio è conservata presso il Consorzio di Bonifica Secondo Circondario Polesine di San Giorgio8. I Consorzi di Bonifica Primo e Secondo Circondario si trovano così ad essere possessori di una fondamentale fonte per lo studio dell'assetto idraulico e agrario del territorio ferrarese nella tarda età moderna.
1 Per Polesine di Ferrara si intende attualmente il territorio delimitato ad ovest dall'argine destro del Panaro, a nord dal Po e dal Po di Goro, ad est dal mare e a sud dal Po di Ferrara e dal Po di Volano. Nel 1752 dalle competenze idrauliche della Congregazione dei Lavorieri era escluso il territorio della Grande Bonificazione Ferrarese, detto anche Bonificazione di San Giovanni Battista, comprendente tutte le grandi valli di acqua dolce, intervallate dall' alveo del Goro e dalla dune sabbiose della antiche linee di costa, che si estendeva dall'Argine del Brazzolo, a est di Copparo, al mare ed era soggetto alla Conservatoria della Bonificazione, voluta da Alfonso II d'Este nel 1580.
2 Per Polesine di San Giorgio si intende il territorio delimitato ad ovest dal Po di Primaro, a nord dal Po di Volano , ad est dal mare e a sud dal Reno. Erano escluse dalla competenza della Congregazione dei Lavorieri le grandi valli di acqua salsa di Comacchio.
3Per Transpadana veneta si intendono i territori della Legazione di Ferrara situati a nord del Po che nel 1815 passarono dallo Stato pontificio al Regno Lombardo Veneto.
4Le guardie idrauliche erano ripartizioni territoriali dei polesini. A capo di ogni guardia era posto un Giudice d'argine che provvedeva alla gestione idraulica del territorio a lui soggetto.
5Il Polesine di Ferrara era costituito dalla Guardia di Casaglia (con le ville di Cassana, Mizzana, Ospitale di Bondeno, Pontelagoscuro, Porporana, Ravalle, Salvatonica, San Biagio delle Vezzane, Settepolesini e Vigarano Pieve), dalla Guardia di Fossadalbero (con le ville di Copparo, Guarda Ferrarese, Cologna e Saletta), dalla Guardia di Francolino (con le ville di Baura, Boara, Correggio, Corlo, Fosadalbero, Fossalta, Francolino, Pescara, Ro, Zocca, Ruina, Vigarano Tamara) e dalla Guadia della Pioppa (con le ville di Cocomaro di Focomorto, Focomorto e Quacchio).
6Il Polesine di San Giorgio era costituito dalla Guardia di Marrara (con le ville di Gualdo, Cona, Ducentola, Gambulaga, Quartesana, Vigarano Mainarda, Voghenza, Voghiera, Runco), dalla Guardia delle Podesterie (con le ville di Alberlongo, Fiscaglia, Santa Margherita e Valcesura, Migliaro, Campolongo, San Giovanni, Ostellato, Migliarino), dalla Guardia di San Giorgio (con le ville di Portomaggiore, Gaibanella, Gaibana, Monestirolo, Montesanto, San Nicolò, Ospitale Monacale, Ripapersico, Consandolo, Fossanova San Marco, Portoverrara), dalla Guardia di Codrea (con le ville di Codrea, Sandolo, Contrapò, Albarea, Viconovo, Villanova di Denore, Denore, Medelana, San Vito, Dogato, Libolla, Maiero, Rovereto, Masi San Giacomo, Masi Torello, Parasacco), dalla Guardia della Misericordia (con le ville di Aguscello e San Giorgio), dalla Guardia di Filo (con le ville di San Biagio, Filo e Longastrino).
7I territori transpadani veneti erano costituiti dalle Guardie di Melara (con le ville di Castelnuovo Bariano, Bergantino e Melara) e di Gurzone (con le ville di Garofalo, Raccano, Gaiba, Ficarolo, Salara, Gurzone, Canaro, Stienta, Occhiobello, Ponte Santa Maria Maddalena, Calto e Ceneselli).
8Il Consorzio di Bonifica Secondo Cicondario Polesine di San Giorgio conserva anche la documentazione dei territori della Transpadana veneta.
Bibliografia
W. ANGELINI, Economia e governo a Ferrara nel secondo Settecento. I. Il Legato Barni e i Lavorieri, in "Studi urbinati", XLI,(1967)
P. BEVILACQUA, M. ROSSI DORIA, Le bonifiche in Italia dal 1700 ad oggi, Bari,(1984)
F. CAZZOLA, La bonifica del Polesine di Ferrara dall'età estense al 1985, in "La Grande Bonificazione Ferrarese", vol. I, Ferrara,(1987)
P. LUCIANI, Conservatoria della Bonificazione e Congregazione dei lavorieri, in "La pianura", n. 2 (1999)
G. TOCCI, Le bonifiche in Emilia Romagna dal '500 ai primi del '900, in "I sett'anni del Consorzio della Bonifica Renana", Bologna,(1980)
M. ZUCCHINI, Dai "Lavorieri del Po" ai Consorzi di Bonifica, in "Rivista di storia dell'agricoltura", V, (1965), n. 3
M. ZUCCHINI, Il Catasto Carafa nel secolo XVIII nel ferrarese, in "Rivista di storia dell'agricoltura", VI (1966), n. 3
M. ZUCCHINI, L'agricoltura ferrarese attraverso i secoli. Lineamenti storici, Roma, (1967)